La 501st in USA si è mossa ancora in aiuto di un tema particolarmente delicato che purtroppo è frequente ai giorni nostri: il bullismo.
Senza nulla togliere a tutti gli episodi che succedono, questo in particolare ci lega alla causa e ci porta ad evidenziare il problema cercando di dargli la giusta attenzione.
Nello specifico è stata segnalata la storia di Katie, una bimba vittima di bullismo dai compagni di scuola a causa della sua passione per Star Wars.
Ho letto il testo pubblicato dalla mamma di Katie, e le sue parole sono davvero speciali, quindi ve lo riporto per farvi riflettere sulla questione: molti di noi non sono genitori ma forse capiranno bene questi pensieri, perché in fondo riguarda anche gli adulti, noi non siamo da meno in certe situazioni.
C’è anche chi da piccolo, per un motivo o per l’altro è stato vittima di bullismo, chi in forma lieve chi peggio; i bambini sanno essere molto cattivi, non hanno una concezione di comportamento comune, né si rendono conto di ciò che fanno, e se non ci sono genitori o adulti che possano insegnargli l’importanza del rispetto, la gravità dell’offesa, il male arrecato al prossimo, ci sarà sempre in bimbo infelice.
E quel bimbo infelice può portarsi questa insicurezza per sempre, arrivando, da adulto, a temere l’opinione degli altri, a nascondersi, a non capire le proprie potenzialità e capacità.
Visti i recenti episodi capitati anche in Italia, purtroppo all’ordine del giorno, credo sia importante riflettere su questo argomento.
In questa storia tutto si basa su una borraccetta d’acqua per la scuola……………
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Il 15-19 novembre è la settimana anti bullismo nelle scuole. Come tanti altri ho letto con sgomento delle recenti vittime di bullismo e provo molto dolore per quello che questi ragazzi hanno vissuto.
Ho sempre pensato al bullismo come ad un problema che riguarda ragazzi di un età maggiore rispetto ai miei, ma una recente conversazione mi ha fatto capire che invece inizia proprio qui, proprio dai più piccoli.
Quest’estate sono andata con Katie da Target (grande magazzino, ndr) per prendere lo zainetto, il cestino per il pranzo e la borraccia per il nuovo anno scolastico. Dopo un gran deliberare ha scelto una bottiglietta di Star Wars da abbinare al suo zaino sempre di Star Wars.
Katie ama Star Wars ed era molto felice di questi suoi nuovi acquisti. Per i primi mesi di scuola era fiera di riempirsi la bottiglietta da sola e mi aiutava a prepararle il cestino del pranzo ogni mattina.
Ma una settimana fa, mentre preparavamo il suo pranzo, Katie disse “La mia bottiglietta di Star Wars è troppo piccola, non tiene abbastanza acqua. Posso prenderne un’altra?” E cercò finchè non ne trovò una rosa e disse “prendo questa”.
Ero perplessa. “Katie questa bottiglia non è più grande della tua di Star Wars. Credo sia più piccola”
“Va bene, la prendo lo stesso” ha insistito.
Ho continuato a premere sulla questione perché per me non aveva senso. E di colpo Katie è scoppiata a piangere.
La bambina ha esclamato: “I bambini del primo anno mi provocano durante il pranzo perchè ho una bottiglietta d’acqua di Star Wars. Dicono che è una cosa solo da maschi. Ogni giorno mi prendono in giro perchè bevo da quella bottiglietta. Io voglio solo che loro smettano e così porterò una bottiglietta d’acqua rosa”
Mi abbracciò forte e sentii un tuffo al cuore. Così piccola, e già era in imbarazzo per la bottiglia d’acqua che pochi mesi prima le aveva portato tanta gioia ed eccitazione.
È così che inizia? I ragazzi trovano qualcuno che fa qualcosa di diverso e cominciano a prenderlo in giro, prima con le parole e sogghigni? Mia figlia deve conformarsi per essere accettata?
Ciò che mi confonde è che conosco questi ragazzi di prima elementare. Non posso vederli come dei terribili ragazzi qualunque che si divertono a prendere in giro mia figlia. Presi singolarmente sono bravi ragazzi, e Katie gioca spesso e volentieri con loro.
Ma quando questi ragazzi si mettono insieme, forse cominciano a sentirsi insicuri e vulnerabili, e questo li porta a fare cose cattive, come prendere in giro mia figlia solo perché ha una bottiglia d’acqua di Star Wars.
Forse lo fanno per ride fra di loro. Forse lo fanno perché se sono occupati a prendere in giro Katie nessuno ha tempo di prendere in giro loro. Forse lo fanno perché vogliono la sua attenzione e hanno delle capacità sociali limitate in questa età.
“Katie, va bene essere diversi. Non tutte le ragazze devono necessariamente bere dalle bottiglie d’acqua rosa,” le dissi.
“Io non voglio essere troppo diversa” si è lamentata Katie “Sono già diversa. Nessun altro nella mia classe indossa occhiali, e nessun altro è stato adottato. Ora sono ancora più diversa, a causa della mia bottiglia di acqua Star Wars.”
Katie non può controllare il fatto che lei è diversa a causa dell’adozione o dei disturbi della vista. Ma può controllare gli accessori che porta a scuola, e lei sta cercando di esercitare tale controllo. Ha imparato che ci sono diversi modi di essere diversi, e vuole ridurre al minimo il modo in cui lei è diversa.
Essere diversi è un argomento complicato. Noi diciamo che rispettiamo la diversità, e predichiamo la tolleranza. Ma al tempo stesso, noi come adulti siamo spesso timorosi verso chi è diverso. Vedo gente che prende in giro altri per essere gay o poveri o in sovrappeso. Vedo gran bullismo nei confronti di diverse credenze religiose e politiche.
Vedo gente elogiare pubblicamente la diversità e attaccare privatamente chi è diverso.
Tutto nasce da bambini che si provocano a vicenda per i tipi di giocattoli che preferiscono. In questo caso, tutto inizia con un paio di bambini del primo anno e una bottiglietta d’acqua. Qui, adesso, noi, come comunità, dobbiamo riconoscere le insidie del bullismo nei confronti di chi è diverso. Dobbiamo mostrare il nostro supporto per le scelte altrui fintanto che queste non fanno male a nessuno.
Ho parlato con Katie su tutte le mie riflessioni. Parlarne è la miglior difesa. Le ho chiesto di portare la bottiglia d’acqua di Star Wars bottiglia se questo è quello che vuole davvero fare, anche se la rende diversa. Oggi, si sentiva coraggiosa abbastanza per decidere di portarla. Mi auguro che lei sia in grado di mangiare il suo pranzo senza sentirsi nervosa.
Mi piacerebbe essere in grado di dimostrare che Katie non è sola, che altre donne apprezzano Star Wars. Se ci sono donne fan di Star Wars che stanno leggendo questo, non esitare a mostrare il vostro sostegno per Katie. Le leggerò i vostri messaggi e commenti, e credo che sarà sorpresa da quello che ho il sospetto sia un vasto numero di fans di sesso femminile.
E se avete un bambino là fuori che vuole portare una bottiglia d’acqua rosa, parlategli di Katie e rassicuratelo che se lei può portare una bottiglia d’acqua “da ragazzo”, così lui può portare una bottiglia d’acqua “da ragazza”. Aiutiamo i nostri ragazzi a diventare adulti consapevoli che possano accettare chi è diverso.
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E’ partita così l’iniziativa dalla 501st Legion di registrare uno speciale messaggio audio per dimostrare a Katie che le fans femminili non sono solo un mito: sono una realtà che cresce ed è molto apprezzata nel fandom; oltre a questo sono stati raccolti molti messaggi nella pagina web di Carrie, messaggi che ha poi letto alla bimba per farle capire che non deve vergognarsi ma essere sé stessa nel modo più completo.
L’ultimo aggiornamento comunica che hanno ricevuto talmente tanti messaggi che ha dovuto spostare il tutto in un’altra pagina che li contenesse; molti si sono generosamente offerti di inviare a Katie giocattoli e oggetti di Star Wars. Mamma e bimba invece hanno chiesto che fossero donati a bambini bisognosi negli ospedali o centri di accoglienza, in modo che altri ragazzi potessero condividere l’amore di Katie per Star Wars.
Come può una frase, uno scherno, una risata condizionare in questo modo la scelta, la passione, i desideri e quindi la vita propria di una persona?
Il bullismo è sotto ogni forma di frase o comportamento, è soggettivo e può bastare anche solo un piccolo gesto per condizionare l’intero pensiero di un individuo.
C’è chi è forte abbastanza da non farsi condizionare, da fregarsene, e chi invece, insicuro per natura, pensa che cambiando modi di fare, adeguandosi al commento degli altri possa considerarsi una persona normale e quindi al pari.
Ma non sarà mai al pari di nessuno se si priva di ciò che fa parte della sua personalità, se dovrà vivere all’ombra, fingere di essere ciò che non è, fingere di divertirsi, fingere di essere felice.
Qui la storia di Katie:
E se volete anche voi lasciare un messaggio:http://www.chicagonow.com/blogs/portrait_of_an_adoption/2010/11/katie-the-star-wars-girl-part-2.html
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